domenica 10 giugno 2012

TREMONTI risponde a TAMBURRO


In data 26/05/2012 ho posto la seguente domanda al prof. Giulio Tremonti,  più volte Ministro dell'Economia e delle Finanze della Repubblica italiana. Il tutto è pubblicato anche sul sito ufficiale dell'ex-ministro.   

TAMBURRO:

Caro Tremonti, 
sono un economista che da anni cerca di denunciare, attraverso libri ed articoli, la grave truffa del signoraggio primario e secondario operato dalle banche, la perdita di sovranità monetaria, attaccando pubblicamente istituzioni sovra-nazionali quali Fondo Monetario, W.T.O., B.M.,B.C.E., che detengono il potere pur non essendo democraticamente elette da alcun cittadino. Le porgo i miei complimenti per aver sempre spiegato in maniera chiara i danni della globalizzazione ed il divario tra finanza speculativa ed economia reale, ma l'intensità dei complimenti si riduce per non aver denunciato pubblicamente e con maggior impeto la truffa del signoraggio, comunicata a mio avviso un po' troppo tra le righe. Qualora alle prossime elezioni politiche si facesse avanti un partito in grado di promuovere la sovranità monetaria, strumenti di democrazia diretta, annullamento del "debito detestabile", Lei si sentirebbe in dovere di supportarlo se non addirittura di candidarsi con esso? 

TREMONTI:

Caro Tamburro,
la mia idea è un po’ meno sofisticata: la dottrina monetarista  ci ha portato al (rischio di ) disastro. Moneta e banche devono essenzialmente rappresentare l’economia reale. Credo che questa debba e/o possa essere l’unica politica possibile.
Tanto cordialmente, Giulio Tremonti


Ringrazio il prof. Tremonti per la risposta, anche se non trovo nulla di tanto sofisticato nella mia idea. Peccato abbia sviato la mia domanda, sarebbe stato interessante leggerne la risposta.
La "dottrina monetarista" a cui allude Tremonti presumo sia il cosiddetto monetarismo che pone l'attenzione sugli effetti macroeconomici del governo dell'offerta di moneta da parte delle banche centrali. Uno dei massimi esponenti del monetarismo fu Milton Friedman, economista che è stato più volte definito l'anti-Keynes, per il suo rifiuto verso qualsiasi intervento dello Stato nell'economia ed il suo sostegno convinto a favore del libero mercato.
Del resto anche la Banca centrale europea basa ufficialmente la sua politica su teorie monetariste, perseguendo l'obiettivo della stabilità dei prezzi (lotta all'inflazione) attraverso la regolazione dell'offerta di danaro ed i risultati li conosciamo andando a visionare i dati del PIGS: crescita zero, recessione economica, misure di austerità (tagli della spesa pubblica), elevati livelli di disoccupazione.

Chi mi conosce sa bene che la mia idea di economia, invece, rigetta il capitalismo e, di conseguenza, il libero mercato, poichè esso genera vantaggi solo per le banche e le grandi multinazionali, lacera le economia locali annientando le piccole-medie imprese, depreda gli Stati della loro sovranità monetaria e politica, quindi non può essere, a mio avviso, considerato una ricetta economica in grado di portare benessere alla collettività.
Solo la sovranità monetaria, intesa come il potere dello Stato di emettere moneta, può essere in grado di gestire al meglio la spesa pubblica (quindi migliori e più adeguati beni e servizi offerti alla collettività), ridurre al minimo (se non annullarla del tutto) la tassazione su privati ed imprese, generare occupazione e maggior benessere sociale.

Adesso il potere di emettere moneta appartiene alle banche centrali private (B.C.E., Federal Reserve) che stampano moneta dal nulla, generano inflazione, recessioni e disoccupazione, ponendo gli Stati in un ruolo di vittime soggiogate al diktat dei mercati finanziari e di istituzioni sovranazionali.

Mi domando, quindi, qualora non si introducesse al più presto la sovranità monetaria allo Stato, quale sarebbe, secondo Tremonti, la soluzione affinchè le banche possano meglio rappresentare l'economia reale, nel preciso momento in cui queste sono qualificate come gli stessi soggetti che generano crisi economiche, creano denaro ex nihilo, e sono proprio gli artefici dell'enorme divario che si è verificato tra finanza ed economia reale?


Salvatore Tamburro



2 commenti:

  1. Hai perfettamente ragione , Salvatore, sul piano economico. Io il problema lo vedo sul piano sociale: nessuna forza politica è in grado di operare la trasformazione di cui tu hai parlato perchè la nostra società si è talmente inaridita che i rapporti umani si sono totalmente distorti da rendere impossibile un solidarismo e una unità di intenti in vista di un fine comune, cosa che io riconduco alla corruzione del senso del sacro e alla distruzione della spiritualità a favore del carnalismo consumista.

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  2. Caro Salvatore, hai posto delle domande molto precise a Giulio Tremonti e lui ha risposto in maniera assai "diplomatica" quasi sfuggendo la risposta (non dire come le banche possano rappresentare l'economia reale...). Tremonti ha molta paura di parlare e lo si è visto in moltissime occasioni. Una paura che potrebbe derivare dal perdere prestigiosi incarichi (francamente ci credo poco) opiù probabilmente paura per la sua incolumità personale (avendo aderito di fatto alle regole imposte ai partecipanti alle riunioni del Bilderberg). Qualche parolina Tremonti se la fece uscire in una trasmissione televisiva ma fu stoppato dal Santoro e rimandato a dopo la pubblicità (si parlava di illuminati e affini). Tremonti è troppo competente per non aver capito bene dove occorre mettere le mani per risolvere il pasticcio. Ma il gioco diventa sempre più chiaro con le nomine RAI tutte di estrazione bancaria. Monti voleva essere certo della censura di argomenti come signoraggio bancario sulla pseudo tv di stato.....e si è attrezzato per lo scopo.

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