Mi rendo conto che uno dei compiti di un presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana sia anche quello di infondere fiducia ed ottimismo, sia verso i propri connazionali, sia quando si va all'estero a cercare investitori a cui svendere "i gioielli di famiglia" , attraverso le privatizzazioni e sia (soprattutto) verso i propri datori di lavoro (i mercati borsistici).
Enrico Letta intervistato in diretta da Al Arabiya ha detto: “Investite in Italia che offre opportunità: la crisi è superata“. E ancora: "La situazione è stata veramente difficile negli ultimi cinque anni, c'è stata la crisi dell'eurozona, l'Italia era in difficoltà per il debito pubblico, ora siamo a un un punto di svolta, io sono ottimista perchè per la prima volta tagliamo il debito dopo 6 anni, la situazione sta cambiando, la crescita sarà l'1% quest'anno e il 2% l'anno prossimo. La situazione sta cambiando verso la stabilità, io presento qui un piano di grandi privatizzazioni, una grande opportunità di investire in Italia".
Vorrei ricordare al premier Letta che il suo ottimismo è un sentimento strettamente personale, ma i fatti e i dati confermano il contrario delle sue previsioni e urge quindi smentire quanto ha affermato da Al Arabiya.
L'Italia non è affatto un paese che ha superato la crisi: il debito pubblico è in costante aumento; i consumi sono fermi; siamo in piena deflazione economica; le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi i beni e servizi prodotti, finiscono per collocarli (svenderli) a prezzi inferiori; di conseguenza le imprese sono obbligate a ridurre gli investimenti e i costi del lavoro, generando disoccupazione.
In Europa abbiamo 20 milioni di disoccupati. In Italia la disoccupazione generale è al 12,7 per cento, mentre tra i giovani il tasso di disoccupazione è al 41,6 per cento (dati di dicembre 2013). Questi sono livelli record di disoccupazione che evidenziano disagi non solo economici, ma anche sociali.
Con uno scenario economico così nefasto, caro premier, le sembra che l'Italia sia un Paese fuori dalla crisi?