Mario Draghi, nelle vesti di presidente dalla Banca Centrale Europea, ha deciso una serie di misure economiche valide per il 2014-2015 allo scopo di stimolare l'economia, abbassare la quotazione dell'euro e allontanare lo spettro della deflazione che sta portando disoccupazione e recessione economica in tutta Europa.
Quali saranno questi strumenti e a cosa serviranno?
1) Taglio del TUR (tasso ufficiale di riferimento) a 0,15%, mentre il tasso sui depositi overnight è del -0,1% (in sostanza alle banche commerciali sarà addebitato lo 0.1% sui depositi delle loro riserve presso la BCE). Ciò dovrebbe condurre le banche commerciali a non depositare la loro liquidità presso la BCE, ma ad erogarla a famiglia ed imprese.
2) Stop alla sterilizzazione dei titoli del Piano SMP (ossia il Securities Markets Programme, cioè l'acquisto di titoli di debito pubblico da parte della Bce sul mercato secondario) allo scopo di immettere nuova liquidità nel sistema. La Bce interromperà le operazioni settimanali con cui riassorbe la liquidità creata comprando titoli di Stato durante la crisi del debito, pari a circa 165 miliardi di euro. Da quattro anni, ogni settimana la Banca centrale "drena" dal sistema (offrendo depositi fruttiferi alle banche) la liquidità immessa con i riacquisti di titoli di Stato nell'ambito del programma Smp, che ha dato ossigeno ai Paesi colpiti dalla crisi. Interrompendo questa prassi, la liquidità aggiuntiva resterà sui mercati.
3) Acquisto di Abs. Draghi per risollevare il credito e venire incontro alle banche, si dichiara pronto ad acquistare Abs, asse-backed securities, ossia una particolare tipologia di obbligazioni emesse a fronte di operazione di cartolarizzazione. Il caso della cartolarizzazione dei mutui è il più frequente, ma vengono inseriti in ABS anche altre forme di crediti. I più frequenti sono: crediti per acquisto di automobili, ipoteche, crediti bancari, crediti al consumo, leasing, flussi di pagamenti di carte di credito e crediti commerciali, ma esistono anche ABS particolari e specializzati che incorporano esclusivamente crediti in sofferenza.
4) Prestiti TLTRO. Draghi, attraverso operazioni denominate "Targeted longer-term refinancing operations (TLTRO) dichiara pronti 400 miliardi di euro da prestare (regalare) alle banche commerciali che a loro volta dovranno prestare a famiglie ed imprese (con esclusione per i mutui "prima casa"). Di questi 400 miliardi, circa 75 miliardi di euro dovrebbero finire nelle casse delle banche italiane. Inoltre, da marzo 2015 a marzo 2016 a tutte le banche sarà consentito di prestare trimestralmente fino a tre volte l'ammontare dei loro prestiti netti al settore privato non finanziario dell'euro (mutui esclusi).
CRITICHE ALLE MISURE DELLA BCE 2014-2015
Queste misure enunciate da Draghi hanno, come previsto, ricevuto il plauso del FMI e dei mercati finanziari.
C'è però da capire se tali misure possano essere davvero benefiche per l'economia reale, o meglio, se siano davvero in grado di salvarci dalla deflazione e stimolare la crescita e l'occupazione, oppure se trattasi di pura propaganda economica ed illusoria.
Ritengo che seppur il tasso sui depositi overnight sia dello -0,1%, scoraggiando in teoria le banche commerciali a depositare la loro liquidità presso la BCE, nei fatti però serve a poco. La storia ci insegna che grosse banche commerciali hanno spesso assunto la funzione di riserva. Ciò vuol dire che se grossi istituti di credito, come JP Morgan, Citigroup, Bank of America, UBS, Credit Suisse, HSBC, Royal Bank of Scotland, Barclays, Deutsche Bank, decidessero di offrire anche uno 0,3% sui depositi bancari, per tutte le altre banche commerciali europee sarebbe sempre meglio depositare la loro liquidità presso queste banche, anziché scontare un tasso di deposito negativo come quello offerto dalla BCE.
Quanto all'acquisto delle ABS, questo è un evidente regalo fatto alle banche che hanno speculato più del dovuto, e ciò c'entra poco con lo stimolare l'economia e salvarci dalla deflazione.
Circa la prossima iniezione di liquidità da 400 miliardi di euro data alle banche commerciali di eurolandia, ricordo che le due precedenti, ossia quelle del 2011 e del 2012 in cui Draghi "regalò" un totale di 1.000 miliardi di euro, non finirono nell'economia reale, bensì furono utilizzati dalle banche per ricapitalizzare i loro bilanci e speculare ulteriormente sui mercati finanziari. Di questi 400 miliardi, circa 75 mld finiranno alle banche italiane, ossia ad istituti di credito che vantano sofferenze per oltre 162 miliardi di euro (dati Banca d'Italia). Se mancherà la volontà politica di costituire da subito un apposito fondo nazionale in cui dirottare questa liquidità messa a disposizione dalla BCE, dubito fortemente che l'economia reale vedrà mai un centesimo di euro di questi 400 miliardi.
Secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, le famiglie e le imprese italiane, già dal mese di giugno 2014, sono state chiamate a versare oltre 54 miliardi di euro tra imposte, tasse e tributi nelle casse dell'erario; non mi sembra, visto un prelievo fiscale di tale portata, che si stia andando nelle direzione di uno stimolo all'economia reale e alla soppressione della deflazione. E vi risparmio i nefasti dati su disoccupazione, consumi e nuovo record del debito pubblico.
Salvatore Tamburro
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