mercoledì 22 dicembre 2010

Prepararsi all'invasione cinese

Mentre l'ISTAT ci fa sapere che la disoccupazione è ai massimi da gennaio 2004, con un 24,7% dei giovani senza lavoro e un tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni (ovvero la percentuale di chi non ha lavoro e non lo cerca) pari al 38,6%; in tutto questo su alcuni quotidiani sembra passare in sordina una notizia dagli esiti colossali, ovvero che la "Cina sia pronta a salvare l'euro"!
"Con le sue enormi riserve valutarie la Cina, gia' primo sottoscrittore di bond americani, si era impegnata nei giorni scorsi ad acquistare debito portoghesi. Ora l'apertura e' su scala europea".
La domanda da porsi è: i cinesi bluffano o fanno sul serio?
Qualora i Cinesi stessero bluffando significa che si tratti solo di belle promesse fatte ai paesi PIIGS senza nulla di concreto, al solo scopo di far godere le borse per il rally di fine anno.
E se facessero sul serio e quindi permettessero alla Cina di comprare gli euro-bond, invece, quale sarebbe il prezzo da pagare?
"In gioco ci sono interessi economici colossali come quelli trattati nel vertice bilaterale con la Ue svoltosi nella capitale cinese: una non belligeranza nel commercio internazionale che potrebbe sfociare in un trattato bilaterale sugli investimenti, e magari un coordinamento rafforzato Cina-Ue in sede di G20. "
State certi che ai cinesi non sta a cuore la ripresa delle economie dell'UE senza aver nulla in cambio.
Avete presente il rapporto Cina-USA? Esiste un patto, nemmeno troppo nascosto, tra i due Paesi, ossia: la Cina detiene la maggior parte dei bond americani ed in cambio gli USA, Paese consumista per eccellenza, si fa carico di acquistare le cianfrusaglie cinesi generate da quella immensa manodopera a buon mercato di cui dispone.
Se alla Cina venisse concesso di comprare il debito europeo la concessione sarebbe quella di autorizzare un'invasione in "casa nostra" attuata dall'inafferrabile manodopera cinese, che finirebbe per sfaldare completamente le già precarie economie locali. Se si considera che in Italia il 99,9% sono piccole e medie imprese e la quasi totalità di PMI (il 95%) è costituita da imprese con meno di 10 addetti, vien da sè che non si può competere col gigante Cinese che verrà agevolato da "una non belligeranza nel commercio internazionale", ossia farlo entrare nel nostro paese dall'ingresso principale.
Questa possibile mossa della Cina potrebbe, se attuata, farla balzare in molto meno di un decennio dal secondo al primo posto nella classifica delle più potenti economie mondiali, superando gli Stati Uniti in termini di prodotto interno lordo.
Il cammino del dragone cinese avanza inesorabile e potrebbe fare terra bruciata lungo il suo percorso.
Cominciate a cercare qualche corso di lingua cinese mandarino, potrebbe tornarvi utile in un prossimo futuro.

Salvatore Tamburro

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