sabato 30 giugno 2012

La vittoria di Pirro di Super-Mario e l'immunità dell'E.S.M., il nuovo fondo "ammazza-stati"



Per capire perchè quella di Monti sia una vittoria di Pirro partiamo dalla comprensione dell’E.S.M. (Meccanismo Europeo di Stabilità), il cosiddetto fondo salva-stati.

L’ESM sostituirà i fondi European Financial Stability Facility (EFSF) ed European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM) attualmente ancora in vigore, nati per salvare gli stati di Portogallo e Irlanda, investiti dalla crisi economico-finanziaria.
L’Esm sarà attivo a partire da luglio 2012 e avrà una capacità di 500 miliardi di euro.

La Germania detiene la quota di partecipazione al fondo più alta (un 27%), versando 190 miliardi di euro, seguita da Francia (142 miliardi) e dall’Italia (che versa 125 miliardi di euro).

L’ESM sarà regolato dalla legislazione internazionale e avrà sede a Lussemburgo. Il fondo emetterà prestiti (concessi a tassi fissi o variabili) a condizioni molto severe, con interventi sanzionatori per gli stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione i cui proventi andranno ad aggiungersi allo stesso ESM.
L’ESM è una struttura SOVRANAZIONALE: il suo operato, i suoi beni, averi, ovunque si trovino e chiunque li detenga, dovranno avere immunità da ogni forma di processo giudiziario. Nell’interesse dell’ESM, tutti i membri del personale dovranno essere immuni da procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nella loro veste ufficiale e godranno dell’inviolabilità nei confronti dei loro atti e documenti ufficiali.

martedì 19 giugno 2012

IL P.I.L. (prodotto interno lordo) - Tratto da "Non è crisi, è truffa!"





CAP.1 - IL P.I.L. (Prodotto Interno Lordo)

Il Pil misura qualunque cosa, tranne ciò per cui vale la pena vivere.
(Robert Kennedy)

Quasi quotidianamente ascoltiamo dai media che il nostro PIL  è aumentato o sia diminuito rispetto al mese, al trimestre o all’anno precedente, oppure lo ritroviamo confrontato col nostro debito pubblico, altrimenti ancora col PIL degli altri Paesi.
Ma in realtà cos’è questo famigerato PIL, a cosa serve?
In teoria il PIL, prodotto interno lordo, è quell’indice economico che viene preso come riferimento per valutare la crescita (o decrescita) di un Paese; per essere più precisi, esso è una grandezza aggregata macroeconomica che esprime il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo e destinati ai consumi finali, agli investimenti o alle esportazioni nette.
Il PIL è detto ‘interno’ in quanto comprende il valore dei beni e servizi prodotti all'interno di un Paese, anche se a produrli si tratta di un impresa estera; è detto ‘lordo’ perché è comprensivo degli ammortamenti[1] .
Esistono due misure del PIL per l’Italia: il PIL nominale, o in euro correnti, e il PIL reale, o in euro costanti.
Il PIL nominale misura il valore della produzione ai prezzi del periodo in cui è stata ottenuta; il PIL reale, invece, misura la produzione di un periodo ai prezzi di un qualche anno base. Il 1995 costituisce attualmente l'anno base nella misurazione del reddito reale dell'Italia.
Ma questo PIL è veramente un indice rappresentativo  per esaminare la ricchezza di un Paese come vogliono farci credere?
Purtroppo no. Esso è un indice non realistico che, seppur continuamente menzionato in statistiche o da giornalisti e politici in programmi televisivi, non rispecchia tuttavia la reale crescita (o decrescita) del Paese.
Il motivo di questo sfasamento dalla realtà è dovuto al fatto che il P.I.L., oltre a non calcolare tutte le transazioni fatte a titolo gratuito (infatti non considera la consistente fetta del no-profit), considera soltanto le poste in gioco positive della produttività, e non quelle negative.
Facciamo degli esempi pratici.

lunedì 18 giugno 2012

APPELLO AGLI ANIMALISTI: contro chi state manifestando?



Premetto che chi scrive, oltre ad essere un economista, è anche animalista ed vegano, ossia un individuo che non si nutre di carne, pesce o derivati animali, sia per ragioni etiche che salutistiche.
Non rientro nemmeno in quella categoria di "ipocriti" che si dichiarano "animalisti" solo perchè amano unicamente cani e gatti e poi si nutrono senza problemi di un agnellino appena nato e cotto al forno (quelli sono definiti "specisti"), così come non appartengo a quella schiera di "incoerenti" come coloro che vanno a manifestazioni (es. contro la caccia), e poi fanno uno spuntino mangiando un panino al prosciutto o latticini di varia natura.
La ragione per cui scrivo queste righe è scaturita dall'ennesimo evento animalista che ha visto in piazza migliaia di attivisti battersi per difendere la vita degli animali e lottare contro una pratica inutile quale quella della vivisezione; nello specifico mi riferisco alla manifestazione tenutasi a Roma lo scorso 16 giugno, atta a chiedere la chiusura di Green Hill, azienda di Montichiari (Brescia) che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione.
Ora non starò qui a contestare l'evento, anzi ritengo sia apprezzabile far sentire la propria voce in difesa dei più deboli, in questo caso degli animali. 
Quel che contesto è invece l'"indignazione controllata" della massa: la maggior parte della gente è unita e compatta a scendere in piazza per chiudere un laboratorio di cavie animali, mentre le stesse persone sono spesso ignare del reale funzionamento del sistema economico e chi sia il vero nemico che rende schiavi sia umani che animali. 
Vi siete mai chiesti perchè queste manifestazioni abbiano spazio sui giornali nazionali o in televisione? Esse hanno visibilità solo perchè sono innocue per chi detiene le redini del potere; esse sono inoltre per certi aspetti inutili: la chiusura di un laboratorio non ostacolerà di certo le migliaia di aziende che si occupano di macellazione e commercio di animali, nè bloccherà gli allevamenti intensivi che generano torture prolungate nel tempo agli animali.

domenica 10 giugno 2012

TREMONTI risponde a TAMBURRO


In data 26/05/2012 ho posto la seguente domanda al prof. Giulio Tremonti,  più volte Ministro dell'Economia e delle Finanze della Repubblica italiana. Il tutto è pubblicato anche sul sito ufficiale dell'ex-ministro.   

TAMBURRO:

Caro Tremonti, 
sono un economista che da anni cerca di denunciare, attraverso libri ed articoli, la grave truffa del signoraggio primario e secondario operato dalle banche, la perdita di sovranità monetaria, attaccando pubblicamente istituzioni sovra-nazionali quali Fondo Monetario, W.T.O., B.M.,B.C.E., che detengono il potere pur non essendo democraticamente elette da alcun cittadino. Le porgo i miei complimenti per aver sempre spiegato in maniera chiara i danni della globalizzazione ed il divario tra finanza speculativa ed economia reale, ma l'intensità dei complimenti si riduce per non aver denunciato pubblicamente e con maggior impeto la truffa del signoraggio, comunicata a mio avviso un po' troppo tra le righe. Qualora alle prossime elezioni politiche si facesse avanti un partito in grado di promuovere la sovranità monetaria, strumenti di democrazia diretta, annullamento del "debito detestabile", Lei si sentirebbe in dovere di supportarlo se non addirittura di candidarsi con esso? 

TREMONTI:

Caro Tamburro,
la mia idea è un po’ meno sofisticata: la dottrina monetarista  ci ha portato al (rischio di ) disastro. Moneta e banche devono essenzialmente rappresentare l’economia reale. Credo che questa debba e/o possa essere l’unica politica possibile.
Tanto cordialmente, Giulio Tremonti


Ringrazio il prof. Tremonti per la risposta, anche se non trovo nulla di tanto sofisticato nella mia idea. Peccato abbia sviato la mia domanda, sarebbe stato interessante leggerne la risposta.
La "dottrina monetarista" a cui allude Tremonti presumo sia il cosiddetto monetarismo che pone l'attenzione sugli effetti macroeconomici del governo dell'offerta di moneta da parte delle banche centrali. Uno dei massimi esponenti del monetarismo fu Milton Friedman, economista che è stato più volte definito l'anti-Keynes, per il suo rifiuto verso qualsiasi intervento dello Stato nell'economia ed il suo sostegno convinto a favore del libero mercato.
Del resto anche la Banca centrale europea basa ufficialmente la sua politica su teorie monetariste, perseguendo l'obiettivo della stabilità dei prezzi (lotta all'inflazione) attraverso la regolazione dell'offerta di danaro ed i risultati li conosciamo andando a visionare i dati del PIGS: crescita zero, recessione economica, misure di austerità (tagli della spesa pubblica), elevati livelli di disoccupazione.