lunedì 16 dicembre 2013

Draghi: «Uscire dall'euro? Tesi populista che non sta in piedi» - Risposta dell'economista Salvatore Tamburro


DESTINATARIO:
Egr. Presidente Mario Draghi,
presso Eurotower,
Kaiserstraße 29
DE-60311 - Frankfurt am Main,
Deutschland
office.draghi@ecb.europa.eu

Le affermazioni del presidente della Bce, Mario Draghi, sono tratte da un'intervista al settimanale francese Le Journal du Dimanche, riportate sul Sole24Ore del 15/12/2013

DRAGHI: «La tesi populista che consiste nel pensare che uscendo dall'euro, un'economia nazionale beneficerebbe all'istante di una svalutazione competitiva come ai vecchi tempi non sta in piedi. Noi non ci sostituiremo ai governi; se tutti cercano di svalutare la propria moneta, non se ne avvantaggia nessuno. In conclusione, la strada verso la prosperità passa sempre attraverso le riforme e la ricerca della produttività e dell'innovazione»

TAMBURRO: Egregio presidente della BCE, mi permetta di dirle che l'uscita dall'euro che lei descrive come “tesi populista”, dove la parola “populista” assume perlopiù un'accezione negativa che diventa sinonimo di "demagogia" è a mio avviso errata, poiché il demagogo fa leva su sentimenti spesso irrazionali, mentre la soluzione ipotizzata di un'uscita dall'euro trova il consenso non solo di centinaia di economisti, ma anche di milioni di cittadini europei dichiaratamente contrari alla permanenza nell'Unione europea.
Inoltre, è contestabile la sua frase in cui afferma “noi non ci sostituiremo ai governi”; mi lasci dire che la Bce si è già sostituita ai governi in maniera più che marcata, dettando forzatamente la sua ingerenza nelle politiche monetarie di ogni singolo Paese membro dell'Ue. Alcuni, ma non tutti, non avranno dimenticato la famosa lettera che la Bce aveva spedito al governo (allora governo Berlusconi-Tremonti) il 4 agosto del 2011 firmato da Lei, Mario Draghi (allora alla presidenza di Bankitalia), e dall'allora governatore della Bce, Jean Claude Trichet, in cui si chiedeva l’anticipazione del pareggio di bilancio al 2013 dal 2014 e l'applicazione di un rigore finanziario mai visto prima. E' noto a tutti come la politica monetaria nazionale debba necessariamente subire il veto di certe organizzazioni sovranazionali (in primis B.C.E. e F.M.I.), tra l'altro (precisazione non di poco conto) non elette democraticamente da alcun cittadino europeo.

giovedì 14 novembre 2013

COLLASSO ITALIA PER DEFLAZIONE. COME SCONFIGGERLA?


Il problema da combattere oggi è la deflazione e non l'inflazione. 

La deflazione si origina da un freno nella spesa di consumatori e aziende, i quali in attesa di ulteriori cali dei prezzi preferiscono attendere e risparmiare, creando una spirale negativa. Le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi i beni e servizi prodotti, finiscono per collocarli (svenderli) a prezzi inferiori.
Così facendo si riducono i ricavi delle imprese che di conseguenza sono obbligate a ridurre gli investimenti e i costi del lavoro, generando disoccupazione (in Italia la disoccupazione si attesta al 12%, mentre la disoccupazione giovanile balza al nuovo record negativo storico del 39,5%).



Il Paese ha un avanzo primario del 2,5% del PIL e nonostante questo dato che sembra incoraggiante il suo debito continua ad aumentare, passando  dal 120% al 133% del rapporto debito\pil in due anni. Nell'area euro l'Italia è seconda solo alla Grecia in fatto di rapporto debito-Pil. Ad Atene in ottobre era pari al 169,1%. Tra gli altri debiti pubblici più grandi dell'eurozona figurano il Portogallo (131,3%) e l'Irlanda (125,7%).

Ma quale sarebbe la ricetta per contrastare la deflazione?

lunedì 14 ottobre 2013

PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI CORRENTI DEGLI EUROPEI


Nonostante siano anni che cerco di avvisare i miei lettori e\o i clienti del mio studio di consulenza circa il rischio di un prelievo forzoso sui conti correnti, in Italia come nel resto d'Europa, ecco che la conferma di questa profezia viene adesso confermata anche dallo stesso Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Nel recente report semestrale "Monitor delle finanze pubbliche" i diabolici economisti del FMI, allo scopo di rimediare alla crisi dei debiti sovrani, hanno esposto la "geniale" idea di imporre un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti di 15 paesi dell’area euro (Italia compresa). 
In realtà. la proposta avanzata dal FMI era diventata un facile pronostico già in tempi non sospetti.

Basta analizzare la situazione italiana per rendersi conto che un prelievo forzoso dai conti correnti sembra diventata una scelta obbligata del governo per non far crollare questo castello di carta che è l'Unione europea.

Dati macroeconomici sull'Italia:

- Debito Pubblico: 2.075 miliardi di euro
- Prodotto Interno Lordo: -1,8% (variazione acquisita 2013).
- Rapporto Debito/Pil: 130,40% (previsioni MEF per il 2013).
- Rapporto Deficit/Pil: 2,9% (previsioni MEF per il 2013).
- Disoccupazione: 12%.
- Disoccupazione giovanile: 39,5%.
- Interessi pagati sul debito pubblico: circa 100 miliardi l'anno

venerdì 27 settembre 2013

AUMENTO DELL' IVA O ACCISE? CHIAMATEMI IL TENENTE COBRA!


Abbiamo delle "grandi menti" al Tesoro a gestire la nostra economa: secondo questi "tecnici" l'alternativa all'aumento dell'Iva al 22% sarebbe un aumento delle accise sui carburanti. 
In un caso o nell'altro si darebbe una mazzata catastrofica alle tasche dei cittadini. 
In caso di aumento dell'Iva il costo di questa operazione graverà sulle tasche dei consumatori per un importo di circa 1 miliardo di euro per il 2013 e di 4,2 miliardi per il 2014, come stimato dalla CGIA di Mestre.
L’aumento dell’Iva porterebbe ad un aumento dell’inflazione, una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e ulteriore accelerazione del calo della domanda interna. Inoltre, non porterebbe alcun beneficio in termini di gettito fiscale, perché gli effetti negativi sulla domanda si tradurrebbero in minori introiti per lo Stato. I tecnici del Tesoro dovrebbero ricordare bene cosa successe già nel 2011 con l’incremento di un punto dell’aliquota dal 20% al 21%. 
L'altra alternativa sarebbe un aumento della benzina, soluzione infelice visto che porterebbe a rincari sui prezzi dei prodotti trasportati, con ripercussioni sull'inflazione e sui consumi. 
Direi che abbiamo al Tesoro dei "grandi tecnici" dell'economia! 

sabato 7 settembre 2013

NAPOLITANO: "UE MODELLO DI SUCCESSO". INFORMATELO MEGLIO

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affermato al Forum Ambrosetti (una sorta di Bilderberg all'italiana) di ritenere l'Unione europea un modello di successo.

"L'Unione europea rimane un modello di successo che non ha perso la sua vitalità e capacità di attrazione e lo dimostrano anche, a discapito di quanti ne lamentano le intrinseche debolezze, alcuni recenti sviluppi: l'allargamento alla Croazia, il percorso di avvicinamento all'Unione europea dei paesi balcani occidentali e l'adozione dell'euro da parte della Lettonia."

Ho già espresso le mie considerazioni su Napolitano e sul suo passato in un articolo (GIORGIO NAPOLITANO, TRADITORE DEL PCI E SERVO DELLA CIA), citandolo come uomo al servizio del Council for Foreign Relations di Rockfeller e della CIA e non intendo ripetermi. 
Vorrei solo soffermarmi sulla sua affermazione odierna che, a mio avviso, contrasta nettamente con la realtà dei fatti.
Probabilmente quando parla di "successo" inerente al modello Ue credo si riferisca ad un successo per potenze economiche quali la Germania, che dalla nascita dell'Unione Europea ne ha guadagnato notevoli interessi economici; di certo tali vantaggi competitivi non sono stati goduti da Paesi quali Italia, Portogallo, Grecia, Spagna che, invece, hanno visto peggiorare la loro produttività, hanno riscontrato aumenti di disoccupazione, blocco dei consumi, aggravi nella bilancia dei pagamenti.

lunedì 26 agosto 2013

LA FARSA DEL CASO FABRICE TOURRE


Trovo ridicolo, oltre che ipocrita il fatto che la stampa internazionale si stia accanendo contro il Fabrice Tourre, l’ex dipendente di Goldman Sachs, ritenuto uno degli artefici delle pratiche scorrette e ad alto rischio legate alle Collateral debt obligations (CDO), ossia complessi titoli obbligazionari garantiti spesso dai mutui subprime.
Si vuole a tutti i costi cercare un capro espiatorio di questa finanza internazionale perversa e criminale, finanza che di certo non è gestita da un trader sconosciuto e senza tante responsabilità.
Tutti i vertici delle principali banche d'affari internazionali andrebbero messi sotto processo ed arrestati per crimini contro l'umanità, dovuti alle crisi economiche che hanno generato, ma di fatto non ci sono colpevoli di alto rango.
E' inaccettabile che l'economia reale crolli a causa di strumenti finanziari deregolamentati e nessuno ne paghi le conseguenze, facendo si che finanza continui ad essere un crimine senza colpevoli.
Non troverete mai i manager di certe banche d'affari, quali Barclays, Citigroup, JP Morgan, Nomura, UBS finire in galera per reati di frode per il semplice fatto che si giungerà sempre ad un patteggiamento.
Proprio per fatti connessi al caso Tourre la Goldman Sachs, accusata di frode per aver creato e venduto prodotti collegati a mutui subprime (rilasciando informazioni inesatte e omettendo fatti chiave), stipulò nel 2010 un accordo non da poco, ossia pagare una multa da 550 milioni di dollari per chiudere il contenzioso, la cifra più elevata mai sborsata da una banca americana per chiudere un accordo extragiudiziale.
Tourre resta quindi il solo accusato del processo che si è aperto la scorsa settimana al tribunale di Manhattan, rischiando non di certo di finire in galera, ma semplicemente di dover pagare ingenti risarcimenti e di essere interdetto dal mondo della finanza.
Se quindi queste banche internazionali, che stampano denaro ex nihilo, possono patteggiare qualsiasi reato scoperto dalla S.E.C. (la Consob americana che dovrebbe vigilare sulla sull'operato degli istituti di credito) credo sia utopistico pensare di poter vedere colpevoli di alto rango finire in manette.

Salvatore Tamburro

sabato 13 luglio 2013

LE BANCHE CREANO DENARO DAL NULLA E LO CONFESSANO


Molti di voi sapranno cosa sia la riserva frazionaria, metodo attraverso cui le banche creano denaro ex nihilo, praticamente dal nulla attraverso un semplice click su un computer.
Qualora voi foste i correntisti di una stessa filiale bancaria, provate ad andare tutti insieme allo sportello di banca a richiedere il vostro denaro depositato. Sapete cosa accadrebbe? L'impiegato allo sportello sarebbe costretto a comunicarvi che i vostri soldi non sono disponibili e di ritornare tra qualche giorno su invito della banca.
Il motivo? I vostri soldi in quella banca NON ESISTONO fisicamente.

La riserva frazionaria, che rende possibile alle banche di svolgere legalmente un’attività criminale molto profittevole, rende così il sistema economico strutturalmente instabile e cioè necessariamente esposto a cicli economici di boom e crisi. 
Come è possibile che un banchiere svolga un'attività criminale senza finire in prigione? Eppure se un semplice cittadino domattina provasse a stampare moneta e provasse a metterla in circolazione potrebbe essere arrestato per violazione del Codice Penale (TITOLO VII: DEI DELITTI CONTRO LA FEDE PUBBLICA - Capo I: DELLA FALSITÀ IN MONETE, IN CARTE - Art. 455 — Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto,di monete falsificate), con una pena da 1 a 3 anni di reclusione.

Non me la prendo più di tanto con i giornalisti, visto che la maggior parte di solo sono degli insignificanti guitti del sistema bancario, proni a rispettare il diktat imposto da banche e corporations, rendendo l'informazione completamente assente; però mi chiedo perchè la magistratura continui nel ruolo della grande assente, personificando di fatto il motto giapponese delle tre scimmiette sagge: "non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male". 

domenica 7 luglio 2013

LA FONDAZIONE BERTELSMANN


La Bertelsmann Foundation è una di quelle fondazioni che da tempo professano i benefici di una moneta unica quale l'euro.
Ha fitti legami con la Rockfeller Foundation e la Bill & Melinda Gates Foundation, fondazioni con le quali si scambiano donazioni da milioni di dollari, anche allo scopo di evadare il fisco.
La Bertelsmann Stiftung è una fondazione operativa privata con sede a Gütersloh, in Germania. Da quando è stata fondata nel 1977 la Bertelsmann Stiftung ha investito oltre 800 milioni di euro in più di 700 progetti. 
Oggi è una delle più grandi fondazioni in Germania e nel mondo. La Bertelsmann Stiftung è l'azionista di maggioranza della Bertelsmann AG, una società globale con oltre 100mila dipendenti in più di 50 paesi, una delle più importanti aziende mondiali nel settore dei media. 
Il suo fondatore è Reinhard Mohn, ex-nazista, scomparso nel 2009 all'età di 88 anni e considerato anche da Forbes tra gli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio personale di oltre 2,5 miliardi di dollari.
Le ricerche commissionate e pubblicate dalla Bertelsmann hanno una sola priorità: promuovere l'ideologia secondo cui la moneta unica sia cosa buona e giusta e porterebbe solo a risultati positivi.

domenica 9 giugno 2013

LE AREE VALUTARIE OTTIMALI E IL FALLIMENTO DELL'EURO

Quando i politici di turno cominceranno a dare ascolto ai veri economisti e non essere servilmente servili a banche e multinazionali forse cominceremo a vedere reali situazioni di benessere collettivo.

Tutti gli economisti non venduti al regime bancario o a qualche corporations si sono da principio espressi contro la nascita dell'euro-zona, ritenendola da subito quel che adesso è sotto gli occhi di tutti: un progetto fallimentare; ovviamente i loro moniti sono stati e restano inascoltati.
Già venti anni fa si poteva ascoltare la cronaca di un fallimento annunciato, leggendo le considerazioni dell'economista keynesiano Wynne Godley, collaboratore del Tesoro del Regno Unito, il quale individuò i problemi nella costruzione dell’Unione Monetaria a partire dal Trattato di Maastricht, dicendo che in assenza una banca centrale pubblica, di un fisco e di un welfare federali, di trasferimenti tra regioni, si arriverà inevitabilmente alla rottura dell’Unione monetaria, appena uno dei suoi membri si troverà in forti difficoltà per qualsiasi motivo.

Eppure bastava intuirlo da piccole cose che l'euro sarebbe stato un fallimento totale, appigliandosi alla già nota teoria delle "aree valutarie ottimali" (A.V.O.),  teoria nata nel 1961 dagli studi dell’economista canadese Robert Mundell, il quale elencò le condizioni necessarie affinché due o più paesi potessero adottare con successo la stessa moneta:
- flessibilità di prezzi e salari;
- mobilità interregionale di lavoro e capitale;
- grado di apertura dell'economia; 
- integrazione fiscale;
- convergenza dei tassi di inflazione;

Come potevano Paesi diversi tra loro per lingua, cultura, moneta, imposte, giurisprudenza, livelli inflazionistici, produttività, livelli occupazionali ed altro integrarsi agevolmente in una comunità economica, senza che qualcuno non ci rimettesse le penne?
Secondo quale criterio logico due o più Paesi, come Italia, Grecia, Spagna, potevano pensare di convivere agevolemente in un'aerea economica come "eurolandia" senza possedere nemmeno uno dei requisiti descritti nella teoria dell'A.V.O.?
Gli europeisti hanno pensato (sperato) di poter risolvere gli shock asimmetrici attraverso riforme e trattati sul piano internazionale. 

lunedì 20 maggio 2013

DEPOSITI POSTALI A RISCHIO - BOMBA ABS (asset-backed securities) IN ARRIVO


Nel magico mondo della finanza virtuale le banche, oltre a creare denaro dal nulla, hanno facoltà anche di creare strumenti finanziari tanto irreali, quanto nefasti. Uno di questi strumenti finanziari sono le A.B.S., asset-backed securities, una trovata ingegnosa a cui ricorrono gli istituti di credito per moltiplicare le possibilità di far prestiti.
Una cartolarizzazione A.B.S. funziona così: le banche concedono una serie di prestiti che formalmente vengono intestati ad una società creata ad hoc, denominata Special Purpose Vehicle (SPV). La SPV emette poi delle obbligazioni per un ammontare pari a quello dei prestiti concessi e paga gli interessi utilizzando le rate incassate dai debitori. Così facendo, la banca, che originariamente ha concesso il prestito, scarica il rischio di insolvenza del debitore su chi ha comprato le obbligazioni.
In sintesi, con la creazione di un A.B.S. una banca scorpora dal suo bilancio una serie di crediti, li impacchetta adeguatamente e li cede sul mercato, assieme ai flussi finanziari che essi generano, per il tramite della SPV con l’obbiettivo di generare liquidità.
Le obbligazioni generate dalla SPV saranno a rischio basso, medio o alto in base al tasso di interesse offerto e al rischio di insolvenza del debitore; prima vengono rimborsate le obbligazioni senior (a rischio basso) e poi le altre.
In sostanza, con le rate che man mano pagherebbero i debitori (ovvero le piccole-medie imprese che hanno avuto un prestito) si pagano prima gli interessi delle obbligazioni senior poi, con quello che avanza, le obbligazioni con rischio medio-alto. Finché i debitori pagano le cose vanno bene, ma appena iniziano i fallimenti tutto il sistema salta per aria, poiché manca la liquidità necessaria a pagare i creditori di tali obbligazioni.

venerdì 10 maggio 2013

PROPOSTA DI ESPULSIONE DALL'ORDINE DEI GIORNALISTI



DESTINATARIO:
Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti
Via Parigi, 11 - 00185 Roma
C.F.: 06926900587

Informazioni generiche: odg@odg.it
Posta Elettronica Certificata: cnog@pec.cnog.it



Nonostante il web sia ricchissimo di contenuti come articoli, video, libri e ogni genere di materiale informativo\didattico che documentano la grave truffa del signoraggio bancario e circa le nefaste conseguenze per il popolo dovute alla perdita di sovranità monetaria da parte dello Stato, è un dato di fatto che nei giornali, in radio nazionali ed in programmi televisivi, salvo rarissime eccezioni, i giornalisti "di regime" continuano a glissare su questa tematica fondamentale.

Eppure il dovere più pregnante del giornalista e caposaldo del diritto di cronaca è il dovere di verità, considerato sia dalla L. n. 69/1963 che dalla stessa Carta dei Doveri quale “obbligo inderogabile”. Gli organi di informazione sono l'anello di congiunzione tra il fatto e la collettività. Essi consentono alla collettività l'esercizio di quella sovranità che secondo l'art. 1 della Costituzione “appartiene al popolo”. Un'informazione che occulta o distorce la realtà dei fatti impedisce alla collettività un consapevole esercizio della sovranità.

domenica 5 maggio 2013

IL V POSTULATO DI EUCLIDE DIMOSTRABILE IN BANCA



La Fed acquista 85 miliardi di dollari di bond al mese; la BoJ ne acquista 75 miliardi. Ora in eurolandia la Bce ha tagliato i tassi allo 0,5% e si mostra propensa ad applicare in futuro tassi di deposito negativi, oltre ad operazioni L.T.R.O. previste fino a luglio 2014 (in cui la BCE "regala" liquidità alle banche al tasso dell'1%), tutto ciò affinché le banche commerciali possano concedere più facilmente, agevolmente e velocemente prestiti alla clientela, con tassi di interesse ridotti e requisiti meno stringenti allo scopo di riattivare l'economia. 

Il V postulato di Euclide, detto postulato delle rette parallele, è quello che nel corso dei secoli ha suscitato il maggior interesse. Esso recita: "Quando una retta incontra altre due rette e forma con esse dalla stessa parte angoli interni la cui somma è inferiore a due angoli retti, quelle due rette, prolungate all'infinito, devono incontrarsi dal lato dove si trovano gli angoli la cui somma è inferiore a due retti”. Quindi, le due rette s’incontrano sempre, da una parte o dall'altra, a meno che: “la somma degli angoli non sia esattamente uguale a 180°, in questo caso le due rette non s’incontrano né da una parte né dall'altra e sono dette parallele".

domenica 21 aprile 2013

GIORGIO NAPOLITANO, TRADITORE DEL PCI E SERVO DELLA CIA



Con 738 voti, il 20 aprile 2013, due terzi della casta politica ha votato come Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, confermando al Colle un uomo di 88 anni (che secondo il mandato settennale resterebbe in carica fino a 95 anni...alla faccia del rinnovamento della classe politica).

Ma chi è veramente Giorgio Napolitano?

Egli è un uomo che ha sempre cambiato i suoi ideali all'occorrenza, da sempre servile ai poteri forti americani e filo-israeliani, presente ed ossequioso ovunque ci fosse un potere da servire.

Singolare in termini di contraddizioni il fatto che il 9 maggio 2010 fu premiato con il Premio Dan David (Fondazione israeliana che premia personalità che abbiano espresso ammirazione per Israele e per l'ideologia sionista) con questa motivazione: "...per il suo coraggio e integrità intellettuale che sono stati fondamentali nel guarire le ferite della Guerra Fredda in Europa, così come le cicatrici lasciate in Italia sulla scia del fascismo"; proprio lui che in gioventù militava nei G.U.F. (Gruppi universitari fascisti).

Dopo essersi finto difensore della classe operaia e dell'ideologia comunista ha capito fin da giovane che poteva essere l'uomo giusto al posto giusto: un insider-man, utile agli americani in funzione anti-comunista e per agevolare l'imperialismo americano in Europa ed in Italia.

L’ascesa politica di Napolitano si ebbe nel 1953 quando fu eletto deputato nel PCI e poco più tardi si unirà alla corrente migliorista (interna al PCI) di Giorgio Amendola, uomo liberale, antifascista e massone. Una ideologia, quella dei miglioristi, profondamente anti-marxista che portò Amendola e Napolitano a mettersi al servizio di organizzazioni come l’Istituto di Affari Internazionali di Gianni Agnelli e il Council for Foreign Relations di Rockfeller. 

domenica 14 aprile 2013

I SUICIDI AUMENTANO, MA TRANQUILLI: L'INFLAZIONE E' SOTTO CONTROLLO!



In questa precisa epoca storica ci sarebbe da domandarsi: vale più un'inflazione sotto la soglia del 2% oppure la vita delle persone?
Sembrerebbe che alla nostra classe politica importi più tenere un'inflazione bassa e non fermare il crescente numero di suicidi per insolvenza nel nostro territorio.

INFLAZIONE - A marzo l'inflazione rallenta ancora, con la crescita dei prezzi al consumo ferma all'1,6%, dall'1,9% di febbraio scorso. Secondo l'Istat,  il tasso d'inflazione annuo si è dimezzato nell'arco di sei mesi, scendendo all'1,6% di marzo 2013 dal 3,2% di settembre 2012.

SUICIDI - A suicidarsi sono sempre più imprenditori, specie di piccole e medie aziende, ditte a volte a carattere famigliare. E’ un trend in crescita: 89 in totale nel 2012; nel 2013 stiamo già a 39 casi di suicidio da gennaio a metà marzo.

Inflazione e suicidi per insolvenza sembrano essere due fattori inversamente proporzionali: al diminuire di uno aumenta l'altro.
Perchè ho voluto confrontare la riduzione dell'inflazione con l'aumento di suicidi? 

sabato 23 febbraio 2013

ELEZIONI POLITICHE 2013: PROLOGO ED EPILOGO



Credo sia inutile restare lì ad ascoltare noiosi dibattiti politici tutte le sere davanti alla tv, tranne che non si abbiano soluzioni migliori per cercare di agevolare il sonno.
Gli esiti di queste elezioni daranno molto probabilmente la vittoria a Bersani (PD), una vittoria di Pirro però, visto che lo vedrà in Parlamento con un margine di vittoria talmente modesto rispetto alle entità politiche rivali che gli sarà impossibile governare, non disponendo di una solida maggioranza nè alla Camera e nè al Senato. Le conseguenze: riforme paralizzate, aumento della tensione sociale, incremento della recessione economica.
In un arco temporale inferiore ai 12 mesi si andrà nuovamente alle urne.
Non sarebbe nemmeno il caso di ribadirlo, ma ovviamente il partito che prenderà più voti sarà quello degli astenuti, ma si sa che il "fittizio consenso popolare" sarebbe valido anche se ad andare a votare fosse un modesto 10% dell'elettorato.
Il mio pronostico potrebbe essere sbagliato, ma non è questo ciò che conta. L'unica certezza è che nessuno degli eletti cambierà la situazione nel nostro bel Paese.

giovedì 14 febbraio 2013

ATTACCO ALL'IDEOLOGIA DEL LAVORO


Per attaccare il regime e i suoi letali tentacoli mi servirò questa volta delle parole di Paul Lafargue: rivoluzionario, giornalista, scrittore, saggista e critico letterario francese, di ispirazione comunista, nonchè genero di Karl Marx (sposò la figlia di Marx, Laura), colui che scriveva nelle pagine de "Il diritto alla pigrizia" un durissimo attacco all'ideologia del lavoro, vista come una forma di schiavitù, e di conseguenza un attacco anche al capitalismo, generatore di forme di schiavitù sociali:

"Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni dove regna la civiltà capitalista. Questa follia trascina al suo seguito miserie individuali e sociali che da secoli torturano la triste umanità. Questa follia è l'amore per il lavoro, la passione nociva del lavoro, spinta fino all'esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua progenie . Invece di reagire contro questa aberrazione mentale i preti, gli economisti, i moralisti, hanno sacro-santificato il lavoro. Uomini ciechi e ottusi, hanno voluto essere più saggi del loro Dio, uomini deboli e spregevoli hanno voluto riabilitare ciò che il loro Dio aveva maledetto. Io che non mi proclamo cristiano, economo e morale , rimetto il loro giudizio a quello del loro Dio, le prediche della loro morale religiosa, economica, di liberi pensatori, le rimetto alle conseguenze spaventose del lavoro nella società capitalista."

domenica 10 febbraio 2013

L'AUSTERITA' SECONDO I PREMI NOBEL



Sulle politiche di austerità lanciate dalla troika (Ue-FMI-BCE) in tutta europa mi sono sempre espresso in atteggiamento di forte opposizione, visto che non si può pensare di aspirare alla crescita del PIL, tagliando spesa pubblica ed aumentando le tasse.
Al contrario, sono proprio politiche monetarie espansive che possono stimolare l'economia, finanziando la spesa pubblica, riducendo la disoccupazione, rigenerando i consumi e, quando possibile, svalutando la propria moneta per essere più competitivi nelle esportazioni (vedi Abeconomia giapponese). Alla base ci deve essere un approccio basato sull'emissione monetaria da parte dello Stato\banca centrale nazionale, altrimenti più chiedi in prestito ai mercati e più ti ritroverai con centinaia di miliardi di interessi sul debito da pagare ogni anno. 

venerdì 8 febbraio 2013

LE PROSTITUTE DELLA FINANZA



Si impiegano le lodi come i soldi, purché ci siano restituite con gli interessi
(Jules Renard)

Tratto da:  "Non è crisi, è truffa!" (Edizioni SI)

Spesso sentiamo parlare di agenzie di rating che retrocedono un giudizio da AAA ad AA+ nel confronti di società o addirittura dell’operato di un Paese e del suo debito pubblico. Cos’è il rating? Chi sono queste agenzie di rating? E, soprattutto, a chi giovano? 

Iniziamo a rispondere alla prima domanda: il rating è una classificazione del rischio creditizio legato a un titolo obbligazionario o a un'impresa. Viene assegnato attraverso un voto espresso con una o più lettere. I giudizi con la ‘A’ indicano un’elevata capacità di ripagare il debito, quelli con la ‘B’ indicano un’adeguata capacità di rimborso, che però potrebbe peggiorare ed, infine, i voti contenenti le lettere ‘C’ o ‘D’ rappresentano un debito altamente speculativo o una società insolvente. In sostanza, se il rating diminuisce il rischio di rimborso aumenta e quindi l'emittente il titolo dovrà promettere una remunerazione più elevata.
Succede così che, se un’agenzia abbassa il rating di uno Stato da A- a BBB+ e comunica che potrebbe ribassarlo ulteriormente. Così innesca una grave crisi, poiché afferma che le obbligazioni emesse da quel Paese hanno un rischio più elevato di prima e, quindi, il capitale investito potrebbe non essere più rimborsato. A questo punto, gli investitori di quel Paese non investiranno più in titoli statali e per il Paese diventa molto più oneroso avere soldi in prestito per finanziare la propria, e tutto ciò a lungo andare potrebbe portarlo alla bancarotta.

venerdì 1 febbraio 2013

IL GIAPPONE ALLA CONQUISTA DEL MONDO: ABECONOMIA IN ARRIVO


L'"Abeconomia" è la politica economica promossa dal nuovo premier giapponese Shinzo Abe, il quale fissa l'obiettivo di una crescita economica del Paese al 2,5% (invece che al 1,7% come pronosticato dal governo precedente).
Quali sono gli strumenti dell'Abeconoma adottati per far rinascere l'economia giapponese?
Essi sono essenzialmente due:
1) svalutazione della valuta
2) maggiore spesa pubblica

Abe ha deciso di avviare una politica monetaria ultra-espansiva, basata su un aumento della spessa pubblica, unita ad un cambio debole.
I vantaggi?

1) Chi svaluta di più esporta di più. Svalutare lo yen significa essere più competitivi sulle esportazioni. La valuta giapponese è scesa ai minimi contro le altre principali divise: il cambio usd/yen è a 91,74, mentre l'euro/yen è a 125,43. La borsa di Tokyo ha guadagnato lo 0,47% e chiuso la dodicesima settimana consecutiva in rialzo. Non a caso, la Toyota è ritornata al primo posto mondiale per le vendite di autoveicoli, superando di nuovo General Motors e staccando Volkswagen. 
Nella guerra delle valute, naturalmente chi - come Giappone, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti - può stampare moneta (ad es. la Bank of Japan è sotto lo stretto controllo del Governo, per la serie: il Governo ordina e la BoJ stampa) è avvantaggiato rispetto a quei Paesi dell'area euro che vivono in assenza di sovranità monetaria (vedi Italia). Inoltre, stampando moneta si raggiunge l'obiettivo di contrastare la deflazione, fissando il target dell'inflazione al 2%, aumentando la competitività ed impegnandosi per un "tempo indeterminato" nell’acquisto di assett.

martedì 15 gennaio 2013

LO SPALMA-DEBITO - BTp A 15 ANNI


Quando la rata del debito è troppo alta e non puoi pagarla come si fa? Basta "spalmare" il debito nel lungo periodo. Un'operazione che fanno anche con il mutuo: se non puoi pagarlo in 20 anni, dilazioniamolo ad esempio in 30 anni. E' ciò che sta cercando di fare l'Italia, o meglio il Tesoro, che attualmente paga dagli 80-100 miliardi di soli INTERESSI sul debito OGNI ANNO.
Proprio stamattina il Tesoro ha avviato la raccolta degli ordini per il nuovo BTp a 15 anni sul mercato. Le richieste hanno già raggiunto i 6 miliardi di euro. Il rendimento dovrebbe collocarsi al 4,80%.
Cosa significa ciò? Che tra 15 anni, nel 2028, solo su questa trance di titoli gli italiani pagheranno circa 300 milioni di euro, alla cui cifra si andranno poi a sommare gli interessi degli altri titoli in scadenza.
Da economista che promuove da anni l'importanza della sovranità monetaria, l'emergenza di istituire una banca pubblica nazionale, facendo in modo che il potere di emettere moneta sia esclusivamente nelle mani dello Stato e non di istituzioni private (banche), ritengo che l'adozione di BTp a lungo periodo sia solo un palliativo.