sabato 8 gennaio 2011

Basta caramelle agli Italiani


In Italia balza all'occhio l'aumento della disoccupazione tra i giovani: il tasso si è attestato al 28,9%, con un aumento di 2,4 punti rispetto a novembre 2009. E' il livello record dall’inizio delle serie storiche a gennaio 2004.
Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori, tra rincari di alimentari, benzina, tariffe, assicurazioni e servizi bancari, il 2011 sarà "un anno infelice", con un impatto di 1.016 euro annui a famiglia.
La voce più consistente che peserà sulle famiglie sarà quella alimentare, con aumenti annui di 267 euro, ovvero del 6%. A seguire i carburanti, per i quali, sulla scia dei previsti incrementi del petrolio (si dà ormai per scontato un rally fino a 100 dollari al barile) la spesa aumenterà di ben 131 euro l'anno.

Questa è la situazione italiana, in cui i sondaggi fanno capire come PD e PDL siano diventati partiti per vecchi, traducendo il distacco sempre più marcato dei giovani, degli studenti, dei disoccupati dai due blocchi principali della politica.
Non è cosa da poco e adesso lo confermano anche i dati, perchè vuol dire che "destra" e "sinistra" si stanno rivelando INCAPACI di far fronte alle esigenze delle future generazione, le quali non vedono nessun sbocco lavorativo in questo Paese, costretti a scegliere tra due vie: fare i "mantenuti" (sempre sperando ci sia una famiglia alle spalle) fino ai 40-45 anni in cui si stima troveranno la loro indipendenza, oppure optare per la fuga all'estero.

Nel BelPaese ancora non è arrivato quel vento gelido e tagliente chiamato "INDIGNAZIONE", ovvero quel sentimento di sdegno o di rivolta che la collettività dovrebbe provare quando che viene messa in ginocchio dall'assenza di speranze, ideali, prospettive future. Eppure ci si accontenta che in fondo la nostra squadra di calcio del cuore domenica abbia vinto, che trasmettano sempre il Grande Fratello in Tv e qualche altro programma demenziale, che possiamo ancora permetterci di mangiare una pizza con gli amici il sabato sera, eppure eppure sembra poter andare ancora tutto bene.
Invece no, non va bene. Siamo sulla soglia del baratro e stiamo per caderci dentro senza rendercene conto e senza reagire.

In Tunisia da circa tre settimane ci sono scontri continui tra giovani e forze dell'ordine. La scintilla si è generata con la vicenda riguardante Mohamed Bou’azizi: era un laureato 26enne senza un lavoro stabile, aveva una bancarella a Sidi Bouzid, in Tunisia, con la quale vendeva frutta e verdura senza permesso, nel tentativo di aiutare la sua famiglia. Il 17 dicembre 2010 la polizia gli confisca tutta la sua merce, e un agente lo schiaffeggia di fronte ai passanti. Bou’azizi cerca vanamente di protestare, ma gli agenti si mostrano inflessibili e se ne vanno.
Di qui il disperato gesto di darsi fuoco. Il giovane, straziato dalle ustioni, muore il 5 gennaio 2011 in un letto d’ospedale.
Quel gesto scandaloso scuote l’intera nazione tunisina e in breve tempo le sommosse popolari si allargano nella regione di Sidi Bouzid e nelle aree limitrofe, con scontri che stanno proseguendo, ancor oggi, nel sangue.

Stessa cosa in Algeria: non si ferma la protesta iniziata martedì in seguito agli ultimi aumenti dei prezzi di prodotti alimentari di largo consumo. Nuove manifestazioni si sono svolte in quasi tutto il Paese: in diversi quartieri di Algeri sono avvenuti violentissimi scontri tra polizia e manifestanti, che hanno incendiato auto e saccheggiato negozi.
All'origine dei disordini, l'impennata dei prezzi di generi alimentari di prima necessità: olio e zucchero sono aumentati nell'ultima settimana di oltre il 20%. E si diffonde la paura per la possibile mancanza di pane.

Il malcontento è generalizzato, la crisi economica tocca un po' tutti. Ma mi domando: come mai i popoli rispondono con tempi e metodi diversi alle sopraffazioni che subiscono?
Sarà una questione culturale, storica, genetica?
Ma no, forse tutto è riconducibile alla bravura del "regime", che siede al potere in quel determinato momento, di saper lobotomizzare meglio la psiche dei suoi cittadini, offrendo loro delle caramelle così dolci dar far dimenticare l'amaro che circonda la realtà in cui sono immersi. "Caramelle non ne voglio più, le rose e violini questa sera raccontali a un’altra" cantava Mina in "Parole, parole, parole", eppure gli Italiani, brava gente, sono ancora dei bambini che si accontentano di alimentarsi soltanto di dolcissime caramelle, senza far nulla o ben poco per cambiare dieta.

Salvatore Tamburro

3 commenti:

  1. agli italiani son rimaste solo le caramelle, è questo il problema

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  2. Credo che oltre alle caramelle, gli italiani vivano in uno stato di sonno, indotto proprio dai tanti mistificatori e capitani di ventura che gestiscono il potere, quello visibile e quello occulto. Il problema e' proprio il secondo, che credo sia quello reale anche se striscia nei bassifondi dei palazzi romani e non solo. Un potere di persuasione subdolo e trasversale che riesce a farci scannare tra di noi, poveri mortali, sapientemente organizzato proprio per diffondere una sorta di ipnosi generale che distoglie il nostro sguardo dai veri problemi del nostro paese.
    Complimenti per il blog e per gli argomenti trattati
    EDUARDO PARENTE

    http://www.facebook.com/pages/No-censura-cose-che-molti-fanno-finta-di-non-sapere/173023909399568

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  3. purtroppo Eduardo è proprio questa "Ipnosi di massa" (che ho definito "caramelle"), brillantemente architettata, che causa la mancata indignazione che invece dovrebbe essere la reazione naturale di un popolo di fronte a prevaricazioni e privazioni come quele che stiamo subendo. Se non cominciato a spegnere la TV e a ricercare autonomamente le vere informazioni (invece di attenderle dai media che non sono altro che una ramificazione dei partiti politici), non ci sarà mai nessun cambiamento degno di nota.

    salvatore tamburro

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