sabato 30 aprile 2011

Banche indagate sui derivati



I derivati, o credit default swap, sono gli strumenti finanziari più speculativi per eccellenza, basati esclusivamente su "scommesse": si scommette che il prezzo dei cereali aumenterà o che quello Stato dichiarerà bancarotta e il tutto viene ben confezionato sotto forma di polizza.
In pratica si tratta di un accordo tra due parti: un acquirente (detto CDS buyer) e un venditore (detto CDS seller) mediante il quale il venditore si impegna, in cambio di un premio rateale versato dall’acquirente, a pagare una determinata cifra nel caso che ci si trovi di fronte a un credit event, ovvero l’impossibilità di pagare da parte del debitore terzo. In termini molto semplici i CDS sono una sorta di assicurazione sull’insolvenza di un emittente e infatti sono spesso usati proprio con la funzione di polizze assicurative o coperture per chi sottoscrive un’obbligazione.
Non esistono borse ufficiali dove questi strumenti vengono scambiati: gli operatori di banche e fondi comprano e vendono queste polizze chiamandosi l'un l'altro al telefono. I prezzi non sono noti, gli spread denaro/lettera neppure. Si conoscono le informazioni statistiche, medie. Ma nessuno sa veramente cosa avvenga ogni giorno su questo mercato.

Nel mercato dei derivati si scommette sull'affidabilità del debito di Stati, imprese, banche. E il problema tocca anche noi italiani visto che i Cds più diffusi al mondo sono infatti quelli sulla Repubblica italiana, per un importo nominale lordo di 271 miliardi di dollari. Molto diffusi anche i Cds su Paesi in crisi, come la Grecia. E proprio questo, nei mesi scorsi, si erano alimentate delle polemiche sul timore che i grandi investitori alzino in maniera speculativa gli spread dei credit default swap di paesi come la Grecia, per poi trarre profitto dal sottostante mercato dei titoli di stato.

La Commissione europea ha deciso di avviare due indagini per capire se ben 16 banche, tra cui compaiono i nomi ben noti di Goldman Sachs, JP Morgan, Citigroup e Deutsche Bank si siano messe d'accordo nel dare informazioni di mercato a Markit, la società principale fornitrice di informazioni finanziarie nel mercato dei CDS. Le autorità di regolamentazione esamineranno anche se nove di queste banche abbiano concluso accordi di natura anti-competitiva con l'Ice Clear House, la società di compensazione dei derivati, impedendo ad altri operatori di partecipare al mercato.

Si tratta di una grossa indagine che dovrebbe cercare di far luce sul mercato dei derivati che attualmente vale 26 mila miliardi di dollari.
Leggendo però i nomi di colossi bancari (che la fanno franca per truffe ben peggiori di questa) coinvolti nella vicenda, quali Goldman Sachs e JP Morgan, stento a credere che l'Antitrust ravviserà che la concorrenza sia stata falsata, sia nella gestione delle informazioni sia nel cosiddetto post-trading.

Preparatevi gente, perchè la prossima bolla pronta a scoppiare potrebbe essere proprio questa dei derivati o, come li ha definiti Warren Buffett armi finanziarie di distruzioni di massa. Nel report annuale agli azionisti Buffet scriveva:
"Se i contratti derivati non vengono collateralizzati o garantiti, il loro reale valore dipende anche dal merito di credito delle controparti. Allo stesso tempo, comunque, prima che il contratto sia onorato, le controparti registrano profitti e perdite -spesso di enorme entità- nei loro bilanci senza che un singolo centesimo passi di mano. La varietà dei contratti derivati trova un limite solo nell'immaginazione dell'uomo (o talvolta, a quanto pare, del folle)".



Salvatore Tamburro

2 commenti:

  1. Ciao Salvatore, sono Simone Boscali uno dei presentatori del tuo libro qui al nord insieme a Paolo Bogni. A proposito, la nostra prima conferenza di venerdì è andata benissimo, la prossima è in calendario per fine giugno!

    Venendo all'articolo giusto ieri vedevo il film di Michael Moore "Capitalism - A love story". E' una pellicola evidentemente intrasistema che non affonda il coltello alle reali cause del male finanziario, ma ha il merito in una breve sequenza di illustrare l'idiozia dei derivati. In particolare mi ha colpito il fatto che in queste operazioni di ingengneria finanziaria siano coinvolti proprio matematici e ingegneri strappati alla scienza autentica quando ancora sono impegnati nello studio per essere dirottati alla finanza. Molti di loro infatti sono esposti con le banche a causa di debito contratti per studiare e devono saldarli lavorando per il nemico...

    Personalmente non ho mai capito il senso della finanza, non l'aveva quando poggiava su un'economia produttiva di spessore e men che meno ha senso oggi che è autoreferenziale.

    Un saluto,

    Simone

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  2. Ciao Simone,
    piacere di conoscerti e lieto di sapere che le conferenze lì da voi vanno bene su queste tematiche.
    Proprio qualche giorno fa ho completato di scrivere un capitolo del mio prossimo libro sulla bufala dei derivati, in particolari i CDS, vere e proprio "polizze assicurative" scambiate in un mercato non regolamentato poggiato su pezzi di carta.
    In pratica questi cocainomani speculatori di Wall Street scomettono su qualsiasi cosa possa fallire, dalle società agli Stati, hanno la complicità delle agenzie di rating (che io definisco le "prostitute" del sistema bancario) e fanno schizzare all'insù il prezzo dei derivati, sperando di venderli senza che il soggetto fallisca. Poi se però fallisce sono cavoli amari, perchè non hanno la copertura (la liquidità) per coprire le polizze vendute e chiedono aiuto agli Stati, facendo ricadere la spesa sui cittadini. Un po' il caso dell'AIG che cominciò a vendere migliaia di contratti CDS valutando male il rischio e senza copertura, e poi dovette essere salvata dal dipartimento del Tesoro americano per evitare una crisi sistemica.
    Purtroppo la finanza si basa su pezzi di carta, è creativa, speculatrice, ed amplifica di gran lunga ciò che avviene nell'economia reale, anzi ciò che è peggio è che sfrutta l'economia reale a proprio vantaggio.

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