sabato 7 gennaio 2012

Eppure potevamo salvarla...


Mentre quel mondialista-burocrate-usuraio di Monti lancia i suoi soliti moniti sulla finta coesione, ossia: "Nessun paese è tanto forte da andare avanti solo", come per dire "guai a voi se un Paese-Pecora si azzardi ad uscire dal gregge!" allo scopo di creare al più presto una dittatura anche sul piano politico oltre che economico, c'è ancora gente che discute su come si sarebbe potuta salvare la Grecia se si fosse agito per tempo e nel mondo giusto.
Stavolta a dirlo è Fabio Pavesi, dalle pagine de "IlSole24Ore" in un articolo "A inizio 2010 la Grecia poteva essere salvata con (solo) 167 miliardi".

Pavesi scrive:
Cento miliardi di euro. Forse qualcosa in più. Erano i soldi che servivano, a inizio 2010, per stoppare sul nascere la spirale perversa della crisi greca.
Un intervento, certo imponente, ma decisivo per evitare l'avvitamento su sè stessa della crisi ellenica e il suo dirompente effetto-contagio sull'intera stabilità dell'area dell'euro.
Da dove spuntano quei 100 miliardi e per fare cosa? Quell'iniezione di denaro in un colpo solo avrebbe riportato il livello del debito greco alla soglia assai meno inquietante del 100% sul Pil. Con altri 23 miliardi si poteva colmare il deficit di bilancio del 2010 di Atene. E con un ulteriore soccorso di 44 miliardi si sarebbe portato il livello del debito sul prodotto interno al livello attuale della Germania, intorno all'80 per cento. Con 167 miliardi si mandavano in soffitta per qualche anno i guai greci. Oggi, due anni dopo, la Grecia viaggia con un debito al 164% del Pil, una recessione profonda e un passivo di bilancio al 9%.

Quello che vorrei sottolineare è che tali ricette economiche, basate unicamente su iniezioni di liquidità (dove le Banche Centrali stampano moneta e la "regalano" alle banche commerciali), possono servire soltanto a tamponare il problema, a rimandarlo, ma non di certo a risolverlo.
Fed e Banca d'Inghilterra hanno si stampato moneta per salvare il sistema bancario, ma appunto hanno salvato dei PRIVATI, mica hanno portato benefici alla collettività.
Ricordo che l'inflazione annuale (basata sul CPI - indice dei prezzi al consumo) si è attestata, a novembre 2011, per gli USA al 3,39% e per la Gran Bretagna al 4.84%, quindi i loro cittadini non navigano certo nell'agiatezza più assoluta. 
Questa politica monetaria basata su iniezioni di liquidità e compravendita dei Titoli di Stato è e sarà sempre fallimentare, limitativa per lo Stato anche perchè resta soggiogata da istituzioni sovra-nazionali private non elette democraticamente da alcun cittadino; solo restituendo agli Stati la <<sovranità monetaria>>, ossia il potere di emettere moneta necessaria al soddisfacimento della spesa pubblica, si avranno benefici diretti per la collettività.

Salvatore Tamburro

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