Lamberto Dini è stato Direttore Generale della Banca d'Italia, Ministro del Tesoro dal 1994 al 1995, Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1995 al 1996 e Ministro degli Affari Esteri dal 1996 al 2001.
Un politico che ha fatto una bella carriera passando da una sponda all'altra: dapprima sostiene Prodi (nel 1996 è nominato ministro degli Affari Esteri nei quattro governi dell'Ulivo) e poi aderisce al partito di Berlusconi (nel 2008 eletto senatore tra le file del PDL). Complimenti per la coerenza.
Ma al di là di questo modus operandi comune a tanti politici attaccati alla loro poltrona e ai loro privilegi, stona ancora di più come un uomo di 80 anni suonati si permetta di impartire linee guida da seguire per uscire dalla crisi economica, soprattutto quando negli anni "90 sui fu proprio tra gli artefici della svendita del patrimonio italiano.
In questo recente articolo su IlSole24Ore, intitolato "Tagliare la spesa e privatizzare, patrimoniale mai" ci offre le seguenti perle di consigli:
- Anticipare al 2012 le riduzioni di spesa previste per il 2013 e portare così il deficit dell'anno prossimo dal 2,7 almeno al 2% del Pil;
- Mettere subito in cantiere un programma di privatizzazioni (immobili, municipalizzate, Bancoposta) che assicuri i circa 32 miliardi necessari per azzerare nel 2012 il ricorso netto al mercato da parte dello Stato.
Ecco la soluzione per l'ottantunenne Dini, ridurre la spesa pubblica (meno beni e servizi ai cittadini) chinando servilmente il capo ai vincoli imposti dall'Ue sul deficit; e se ancora non bastasse il taglio della spesa proporre una bella privatizzazione, come quella proposta ai suoi tempi negli anni "90 quando era Ministro del Tesoro, in cui fu complice, con Prodi ed altri compari, della depredazione italiana di molte imprese a carattere pubblico che formavano l'ossatura del sistema socio-economico del nostro Paese.
E poi si supera con questa altra perla di saggezza, che ovviamente lo tocca da vicino:
Ma c'è qualcosa che non si deve fare. Mi riferisco a una imposta straordinaria sul patrimonio delle famiglie, ipotesi che viene formulata da diverse parti, anche quelle insospettabili di tentazioni giacobine.
Beh mica è scemo Dini! Lui la tassa sulla patrimoniale non la vuole mica! Altrimenti poi vengono tassati i suoi quasi 600.000 € di reddito annuo (e 2 pensioni), ovvio che non gli sta bene; però suggerisce a tutti gli italiani di tirare la cinghia e fare sacrifici per diminuire il deficit.
Cominciasse lui a tagliarsi i privilegi da senatore e vediamo quanti sprechi in meno potremmo avere per migliorare la nostra spesa pubblica a vantaggio di categorie davvero bisognose.
Salvatore Tamburro
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